Megapixel e Signal-to-Noise ratio
Quante volte avete sentito nominare la fatidica frase: “Quanti megapixel ha la tua macchina fotografica?“. Troppe volte… già, anche io! Il numero di pixel di un sensore viene considerato uno dei parametri fondamentali per la scelta di una macchina fotografica. E’ solo uno dei tanti e, a dire il vero, talvolta l’elevato numero di pixel si trasforma in uno svantaggio piuttosto che in un reale vantaggio. Vediamo perché!
Com’è fatto un Sensore Fotografico
Prima di iniziare a giocare con i pro e i contro, ricordiamoci con cosa abbiamo a che fare. Qualsiasi macchina fotografica acquisisce la luce attraverso un sensore (CCD, CMOS, ecc.). Ogni sensore è costituito da fotodiodi. Sono proprio questi ultimi a recepire la luce. Successivamente questi inviano il dato all’elettronica che svolge il resto del compito, ovvero la trasformazione in immagine. Possiamo dire quindi che ogni fotodiodo sul sensore corrisponde ad un pixel nell’immagine prodotta.
Se il sensore ha 20.000.000 pixel (20 Megapixel) allora la nostra macchina fotografica produrrà fotografie di 20 Mpx. Se il sensore ha 10.000.000 pixel allora le fotografie saranno da 10Mpx e così via. Ma attenzione, i sensori possono essere di diverso formato.
Quest’ultimo è un aspetto chiave, facciamo un esempio. Il comunissimo formato APS-C presente sulla maggior parte delle camere entry-level e mid-level ha delle dimensioni standard: 22,2 x 14,8 mm. Immaginiamo di prendere due sensori APS-C: uno con 20 Mpx e l’altro con 10 Mpx. Facendo due brevi calcoli possiamo trovare la seguente tabella:
Cosa vediamo? Il sensore con 20 Mpx ha chiaramente un numero più alto di pixel sia in larghezza che in altezza (indicate con b e h). Ne consegue una risoluzione maggiore rispetto al sensore da 10 Mpx. Purtroppo questo si traduce anche in pixel di soli 4 micron rispetto ai 5,73 micron dei pixel del sensore da 10 Mpx. Come vedremo nelle prossime righe questo aspetto non è da trascurare.
La dimensione dei pixel e l’SNR
Facciamo un passo indietro. Il caro Signal to Noise Ratio (SNR) ci consente di sapere quanto è pulita l’informazione (luce) che registriamo con la macchina fotografica.
La luce passa attraverso l’obiettivo e incide sul fotodiodo. Questo cattura i fotoni, li converte in elettroni e li manda all’elettronica. Purtroppo il passaggio luce-elettroni non è mai perfetto. Proprio così. Oltre all’informazione corretta (la luce che vogliamo acquisire) registreremo anche dei rumori di natura casuale e coi quali, da buoni astrofotografi, dobbiamo imparare a convivere (rumore di lettura, rumore termico, efficienza quantica, ecc…).
Dai un’occhiata a questi articoli per saperne di più:
Cos’è l’efficienza quantica? e Come scattare un Dark Frame per rimuovere il rumore termico
L’informazione che il fotodiodo invierà all’elettronica sarà quindi in parte corretta (il segnale, ovvero la luce) e in parte, lasciatemi passare il termine, errata (rumore).
Ritorniamo all’SNR. Questo non è altro che un rapporto tra Segnale e Rumore e ci dice quanto è pulita e priva di artefatti la nostra acquisizione. Si esprime semplicemente come:
SNR = Segnale / Rumore
Adesso completiamo il puzzle. Analizziamo il comportamento di due fotodiodi identici (stessa QE, stessa tecnologia, ecc.) ma di dimensioni diverse. Immaginiamo di scattare una fotografia della stessa durata con i due fotodiodi. Il rumore registrato da entrambi sarà identico.
Ma non lasciamoci scappare un piccolo dettaglio. Il pixel più grande avrà ovviamente immagazzinato più luce di quello più piccolo. In questo caso sul pixel 1,4x volte più grande ha inciso esattamente il doppio della luce. L’SNR sarà anch’esso il doppio. Un bel guadagno!
Conclusioni
Abbiamo capito che i pixel “grandi” sono da preferire perché ci permettono di contenere il rumore. Questa considerazione, chiaramente, bisogna interpretarla con buon senso dato che la risoluzione del sensore potrebbe scendere troppo. Una reflex con soli 4 Mpx, nonostante la generosa dimensione dei pixel, probabilmente non è da preferire ad una da 16 Mpx. Mediamente si considerano “ottimali” dei fotodiodi di dimensioni compresi tra 5 e 7 micron.
Un punto a favore dei sensori con meno fotodiodi risiede nella dimensione in MegaByte delle foto. Una foto di 10 Mpx pesa praticamente la metà di una da 20 Mpx quindi, anche se ormai tutte le reflex possono fare il downscaling delle foto (salvare le foto a dimensioni ridotte), è bene tenere a mente questo aspetto quando si vogliono realizzare timelapse o startrails per evitare di saturare la memoria.
Valori di Mpx un po’ più spinti – ma non troppo – possono invece tornarci utili in caso di stampe. Ad esempio, volendo utilizzare una buona densità di stampa di 300 DPI bastano:
- Stampa su A4 (210mm × 297mm) – 8 Mpx
- Stampa su A3 (297mm × 420mm) – 16 Mpx
- Stampa su A2 (420mm × 594mm) – 32 Mpx
A meno di particolari occasioni come mostre o scopi commerciali spendere una fortuna per avere una fotocamera con 30 Mpx che non sia affiancata da un’elettronica di tutto rispetto è del tutto inutile e anzi può rivelarsi dannoso soprattutto se si fanno fotografie in condizioni di scarsa luminosità. Il mio consiglio è quindi, soprattutto se si è principianti o se ci si è appena tuffati nel mondo della fotografia, di acquistare un sensore con 14-18 Mpx e investire i soldi risparmiati in un nuovo obiettivo che – sono sicuro – vi stimolerà la creatività e vi consentirà di vedere il mondo con occhi diversi!