Acquistare il tuo primo telescopio: gli Oculari [Parte II]
Ciao ragazzi! Se siete qui avrete probabilmente capito che l’acquisto del vostro primo telescopio non è una cosa semplicissima, soprattutto vi state avvicinando al mondo dell’astronomia per la prima volta.
In questo secondo capitolo della serie “Come scegliere il tuo primo telescopio” scopriremo insieme tanti altri parametri dei telescopi che potranno aiutarci a scegliere in autonomia la migliore strumentazione per osservare pianeti e nebulose.
Faremo un focus sul vasto mondo degli oculari e scopriremo come “ingrandire di più con il telescopio” e perché questa stessa pratica, talvolta, può rivelarsi deleteria.
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Prima di cominciare: un ringraziamento speciale al buon Mario Bono che ha contribuito alla sezione più tecnica di questo articolo.
Introduzione
Ciao ragazzi! Se siete approdati qui direttamente dal web e state cercando informazioni sulla scelta e l’acquisto del vostro primo telescopio vi consiglio di iniziare la vostra ricerca dal primo capitolo di questa serie.
Data la grande mole di informazioni di cui poter parlare ho deciso, infatti, di riassumere tutto in 3 articoli distinti. Nello specifico:
- Introduzione e Tubo Ottico : in questo articolo abbiamo esplorato il cuore di ogni telescopio: il tubo ottico;
- gli Oculari [TI TROVI QUI] : qui faremo un’importante sorvolata su alcuni dei dettagli più interessanti degli oculari, insostituibili compagni dei visualisti;
- le montature : completeremo il nostro viaggio esplorando le caratteristiche dei pilastri delle nostre serate osservative e fotografiche: le montature.
Questa serie di articoli è stata pensata principalmente per chi si affaccia per la prima volta al mondo dell’astronomia quindi parleremo unicamente dei primi tasselli che ci serviranno per acquistare e scegliere in autonomia il vostro primo telescopio.
Se navigate in questo mondo già da un po’ di tempo e avete intenzione di tuffarvi nell’astrofotografia tra astroinseguitori, guide e montature motorizzate… beh, ecco un paio di articoli fatti al caso vostro.
Dai un’occhiata a questi articoli per saperne di più:
Prima di saltare subito ai nuovi argomenti facciamo una brevissima sintesi di quello che abbiamo già visto nel primo capitolo di questa serie. Cominciamo!
1. Tubi ottici e telescopi: un ripasso
Nel primo articolo ci siamo concentrati sul cuore di tutti i telescopi: il tubo ottico. Ecco una carrellata di punti interessanti affrontati:
- Abbiamo capito che il diametro di un telescopio è un’aspetto fondamentale, sia per chi vuole dilettarsi con il visuale, sia per chi predilige l’astrofotografia. Tubi più larghi ci permetteranno di vedere/fotografare “meglio” e in maniera più “luminosa” (rapporto focale) tutti gli oggetti celesti che inquadreremo: nebulose, pianeti, comete o asteroidi.
- Al crescere della lunghezza focale del tubo ottico aumenta potenzialmente la sua capacità di “zoomare” e ingrandire;
- Il rovescio della medaglia sta nel costo e nel peso. Tubi più generosi, infatti, sono inevitabilmente più pesanti e richiedono maggiori attenzioni costruttive, con inevitabile aumento dei costi.
- Tubi ottici più voluminosi, inoltre, richiedono maggiori tempi di acclimatazione prolungando il tempo di standby pre-osservazione.
- Non tutti gli schemi ottici sono uguali.
Ricordiamoci che il tubo ottico è un elemento importantissimo di tutti i telescopi, è vero, ma non è l’unica cosa che conta. Ecco perché in questo articolo parleremo del miglior amico dell’astrofilo visualista: l’oculare (Fig.1).
Cominciamo!
2. Oculari per Telescopi
L’oculare: questo piccolo ma prezioso elemento costituito da due o più lenti si inserisce nel focheggiatore del tubo ottico permettendoci di osservare l’immagine reale da esso generata. Esso è praticamente la nostra porta verso l’Universo.
L’oculare o eyepiece (Fig.1) è un preziosissimo accessorio che ci accompagnerà praticamente in tutte le serate osservative e agli Star Party. E’ scontato dire che è un’oggetto fondamentale per chi vuole tuffarsi nel mondo puramente osservativo dell’astronomia.
Il suo funzionamento in accoppiata al telescopio?
Abbastanza semplice: il tubo ottico genera l’immagine reale del soggetto inquadrato sul suo piano focale. L’oculare ci permette di osservarla (Fig.2).
Dato che la maggior parte dei telescopi entry-level viene solitamente venduta con set di oculari abbastanza comuni, in questo articolo ci limiteremo ad illustrare solo alcune delle caratteristiche più importanti e rilevanti per l’astrofilo alle prime armi.
Se avete già letto il primo articolo della serie avrete già capito l’antifona.
Esatto: esistono oculari praticamente di tutti i tipi.
2.1. Lunghezza focale e Ingrandimento di un sistema Telescopio-Oculare
Anche gli oculari, così come i tubi ottici e gli obiettivi fotografici, hanno una loro lunghezza focale.
Questa risulta determinante per calcolare il famoso parametro che frequentemente (ma anche impropriamente) viene utilizzato per comparare la bontà ottica di un telescopio: l’ingrandimento.
“Quanto ingrandisce questo telescopio?”. Una frase sentita fin troppe volte! Perchè?
Semplice. I più appassionati condivideranno con me il fatto che a rendere “buono” un telescopio non è tanto il suo potere di ingrandimento quanto, invece, la sua qualità ottica!
INGRANDIMENTI Per calcolare l’ingrandimento di un sistema ottico telescopio-oculare è sufficiente dividere la lunghezza focale del telescopio per quella dell’oculare (Fig.3).
Ad esempio, con un tubo ottico di focale 1000 mm e il classico oculare da 25 mm ci ritroveremo con un ingrandimento del sistema ottico pari a 40x. Lo stesso tubo ottico, accoppiato ad un oculare da 10 mm, ci permetterebbe di raggiungere un ingrandimento di 100x.
Freniamo l’entusiasmo.
Le parole che abbiamo letto nel primo capitolo dovrebbero riecheggiarci nella mente: ogni tubo ottico ha un suo potere risolutivo e quindi un ingrandimento massimo calcolabile, in condizioni osservative favorevoli, come:
📌 NOTA
Nonostante la legge di Dawes suggerisca che il massimo ingrandimento di un telescopio corrisponda orientativamente al suo diametro espresso in millimetri (es. 114x per un telescopio di diametro 114 mm) nella pratica comune si osservano qualità apprezzabili anche con fattori di 2x o 2.5x.
Se utilizzassimo, ad esempio, un oculare con lunghezza focale di 5 mm su un telescopio con lunghezza focale pari a 1.500 mm e diametro di 80 mm avremmo:
Otterremmo un’immagine “zoomata” si, ma decisamente poco nitida (300x di gran lunga superiori rispetto ai circa 160x massimi del telescopio).
Morale della favola? Non affanniamoci, quindi, ad acquistare oculari estremamente corti senza averne verificato prima la compatibilità e le prestazioni con il nostro tubo ottico.
L’ideale sarebbe munirsi di un ventaglio di oculari otticamente validi che soddisfino un po’ tutte le esigenze: dagli oculari più spinti (es. 6 mm) per i dettagli planetari a quelli un po’ più larghi (es. 40 mm) per le ampie regioni stellari passando per una soluzione intermedia (es. 20 mm) tuttofare.
Eccone alcuni di fascia media:
E di fascia alta:
2.2. Schemi Ottici degli Oculari
Ottici e progettisti si sono sbizzarriti. Nel corso degli anni sono state sviluppate e realizzate decine di schemi ottici diversi per gli oculari.
SCHEMI OTTICI Oggi sul mercato – fortunatamente – ne troviamo solo un piccolo sottoinsieme (Fig.5). In negozi e forum ci imbatteremo più spesso (in ordine di prezzo medio) in:
- Huygens e Ramsden: sono di scarsissima qualità ottica quindi raramente trovabili in commercio.
- Kellner: semplici, leggeri, economici e a meno di un inevitabile aberrazione cromatica, non sono per niente male per cominciare. Sono quelli che troviamo praticamente in tutti i kit base dei telescopi entry level.
- Plössl: ottimo rapporto qualità-prezzo. Sono otticamente molto validi nonostante il prezzo medio basso. La loro varietà Super Plossl, se di buona qualità, riesce a competere con schemi ottici più complessi e costosi.
- Ortoscopici (Abbe), Erfle, Nagler e Grandangolari: questi schemi ottici (nelle loro varianti più o meno personalizzate dai produttori) costituiscono la base di tutti gli oculari di medio-alto e alto livello. Hanno rese ottiche ed esperienze di utilizzo al top.
Se stiamo pensando di acquistare il nostro primo oculare (oltre a quelli già forniti dal kit) la scelta perfetta potrebbe ricadere nell’acquisto di un bel Plössl: economico e con prestazioni di tutto rispetto soprattutto per l’astrofilo esigente ma alle prime armi.
DIAMETRO DI UN OCULARE Una piccola parentesi. Dato che il diametro del focheggiatore può variare da telescopio a telescopio gli oculari vengono solitamente realizzati con diametri di 24.5 mm, 31.8 mm e 50.8 mm (Fig.6). Queste ultime due misure, rispettivamente di 1,25” e 2′‘ sono quelle più comuni. Verifichiamo quindi il diametro del nostro focheggiatore per capire quali oculari acquistare.
2.3. Oculari per telescopio: Campo Apparente e Campo Reale
Un’altra interessante caratteristica degli oculari che non possiamo trascurare riguarda il campo che esso ci permette di osservare.
Agli star party, infatti, ci si ritrova frequentemente a finire per chiacchierare di campi apparenti e campi reali soprattutto se la serata sfuma – e lo fa spesso quando il nostro setup è in piena sessione fotografica – verso il mondo del visuale.
Con il trascorrere delle sessioni osservative crescerà in noi una sorta di fame di campo, ovvero la necessità di avere dentro all’oculare una porzione di cielo quanto più grande possibile.
📌 NOTA
Il campo si misura in gradi con simbolo °. I suoi sottomultipli, i minuti d'arco e i secondi d'arco si indicano rispettivamente con ' e ''. Dato che si tratta di un sistema sessagesimale 1° è costituito da 60' e 1' da 60''.
Negli shop è frequente trovare all’interno delle schede tecniche degli oculari la voce campo apparente. Ma che vuol dire esattamente?
Per gli scopi di questo articolo ci basti sapere che campo apparente (AFOV) e il campo reale (TFOV) (Fig.7) corrispondono rispettivamente al campo inquadrato dall’oculare nudo e crudo e al campo che l’oculare ci permette di osservare quando collegato ad un determinato tubo ottico.
A differenza della prima, il TFOV riguarda il sistema ottico nella sua interezza: telescopio e oculare.
Oculari di bassa qualità hanno AFOV ristretti perché i costruttori cercano di limitare i loro effetti negativi “strozzandoli” con dei diaframmi che ne riducono l’AFOV inevitabilmente (Fig.8). E’ per questo che nella pratica si associano solitamente ampi AFOV ad oculari di buona fattura.
3. Conclusioni
E’ giunto il momento di tirare le somme.
Acquistando il nostro primo telescopio ci ritroveremo, con molta probabilità, con un modesto ma indispensabile kit di oculari fornito in dotazione.
Quasi sicuramente si tratterà di oculari da 25mm e 10mm di tipo Kellner. Poco male. Questi saranno perfetti per cominciare ad esplorare le aree più remote dell’Universo in cui viviamo: sia per pianeti, che per deep sky.
Nel caso in cui volessimo fare un piccolo upgrade la scelta più intelligente potrebbe ricadere su dei Plössl: oculari dall’ottimo rapporto qualità-prezzo, con AFOV e prestazioni cromatiche di tutto rispetto.
Ricordiamoci, però, di dare sempre un’occhiata sia al diametro del focheggiatore che all’ingrandimento massimo del nostro tubo ottico altrimenti ci ritroveremo con un oculare fin troppo spinto per il nostro tubo ottico.
Insomma ragazzi… prenderete o no degli oculari custom? Espanderete il vostro setup? Fatecelo sapere, come al solito, sulla nostra AstroCommunity Facebook ! 😉
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